Filologo e critico italiano. Professore dal 1892 presso l'università di
Firenze, cominciò la sua attività come linguista, poi si
interessò alla filologia e alla critica letteraria. La sua formazione,
avvenuta nell'ambiente culturale del Positivismo, si arricchì per il
contatto con il nuovo indirizzo del gusto impresso dall'estetica crociana. Egli
seppe armonizzare l'impostazione della scuola storica, da cui proveniva, con
quella idealista, rivelando una sensibilità che si richiama a De Sanctis.
La parte più interessante della sua produzione comprende studi filologici
e glottologici, tra cui un lavoro sulla
Divina Commedia (1896). Nel
"Bullettino della Società Dantesca Italiana", che diresse dal 1906 alla
morte, e su altri periodici, pubblicò numerosi saggi danteschi. La
raccolta di studi
Poeti antichi e moderni: studi critici rivela la vasta
cultura di
P., che fu capace di utilizzare strumenti tecnici filologici
con rigore scientifico senza per questo rinunciare ai suoi interessi estetici.
Vari saggi di linguistica e di storia della lingua sono stati raccolti nel
volume
Lingua e letteratura (1957) (Genova 1862 - Firenze 1923).